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Aglianico DOCG

STORIA

La storia dell’Aglianico affonda le radici in quella de popolo greco, infatti, si pensa sia stato introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C. e che il nome derivi proprio dalla parola ellenico mentre, secondo un’altra teoria, prende origine dall’antica città di Elea (Eleanico), sulla costa tirrenica campana.

IL VITIGNO

L’Aglianico è un vitigno storico dell’Italia Meridionale il cui allevamento accomuna e divide tutta la parte bassa dell’Appennino e, nello specifico, le aree interne della Basilicata e della Campania. Ad unire le regioni di produzione sono le principali caratteristiche dei vini, tra cui il colore rosso rubino e il profumo intenso fruttato e floreale che con l’invecchiamento diventa più speziato, a dividerle, le caratteristiche varietali risultato delle differenze tra le diverse regioni, in particolare il terreno e il microclima.
Si tratta di un vitigno che si adatta bene, ma predilige terreni collinari argillosi, calcarei e vulcanici, dunque ricchi di minerali e humus.

Essendo un vitigno che resiste bene al freddo, la raccolta è tardiva e avviene generalmente nel mese di novembre. Le escursioni termiche, invece, aiutano a sviluppare un profilo aromatico fine e intenso.

IL VINO

Il sapore è strutturato e al palato risulta molto persistente e sapido, diventando più equilibrato con l’invecchiamento. L’Aglianico è dotato di una buona acidità e di una trama tannica sempre presente, cosa che lo rende adatto ad un lungo invecchiamento, infatti, tende a raggiungere l’equilibrio negli anni. Si abbina armoniosamente a carni, salumi, formaggi stagionati e selvaggina.

EVOLUZIONE

L’invecchiamento di circa tre anni, di cui almeno uno in botti di legno, dà vita al pregiato Taurasi DOCG, procedura che aiuta a smussarne l’alta componente tannica. Il Taurasi è composto per almeno l’85% di questa varietà ( anche se la tendenza è preferirlo in purezza) e l’ulteriore invecchiamento di 1 anno, di cui almeno 18 mesi in botte di legno, dà vita al Taurasi Riserva DOCG.